Evento promosso da Rafael Lozano Miralles e dal D.I.T., in collaborazione con SERINAR, presentato in occasione di Human Rights Nights - Forlì 2018
Il Tribunale penale internazionale per l'ex Yugoslavia (ICTY - International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia) è stato creato nel 1993 dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU per indagare sui crimini di guerra durante i conflitti nei Balcani negli anni '90: uccisioni di massa, detenzione in campi di concentramento, stupri, atti di genocidio.
Dopo i processi di Norimberga e Tokyo alla fine della seconda guerra mondiale, l’ICTY è il primo e più importante esperimento di giustizia penale internazionale. Durante il suo mandato, durato dal 1993 al 2017, ha cambiato irreversibilmente il panorama del diritto umanitario internazionale, offrendo alle vittime l'opportunità di esprimere gli orrori che hanno sperimentato o di cui sono stati testimoni, e ha chiamato a rispondere penalmente coloro, politici e militari, che sono stati sospettati di avere le più grandi responsabilità per le atrocità e i crimini commessi.
Il fotografo Martino Lombezzi e la giornalista Jorie Horsthuis nel corso del 2017 hanno avuto un accesso privilegiato a questa istituzione, e con la mostra “Resolution 808” ci portano dietro le quinte.
Negli archivi dell’ufficio del Procuratore hanno potuto fotografare diversi corpi di reato, provenienti dalla scena dei crimini che hanno segnato la fine della Yugoslavia. Attraverso immagini degli interni, ritratti di molti protagonisti ed interviste esclusive ricostruiscono le esperienze di chi ha lavorato in un contesto così particolare. Gli interpreti, fra questi, hanno sicuramente un ruolo centrale in tutto il procedimento, e la maggior parte di loro proviene dai paesi della ex Yugoslavia. Sono stati la voce di vittime e carnefici traducendo le loro parole.
Dopo 25 anni di indagini sui crimini di guerra, l’ICTY ha pronunciato la sua ultima sentenza lo scorso novembre. Ratko Mladic, ex comandante dell'esercito serbo bosniaco, responsabile del massacro di Srebrenica e di molti altri crimini commessi dalle sue truppe, per molti anni latitante, è stato condannato all’ergastolo. La guerra era già finita, ma nelle aule del Tribunale il conflitto è continuato ed è stato rivissuto ogni giorno: tutti coloro che ci hanno lavorato ne sono rimasti profondamente segnati.
La mostra “Resolution 808” è una riflessione sul senso di questa esperienza giudiziaria, probabilmente destinata a rimanere un esempio unico di indagine sui crimini di guerra, raccontata dal punto di vista di chi l’ha vissuta e resa possibile.
Lunedì 19 novembre 2018, ore 18.00 - inaugurazione
a seguire conversazione (aula 16 TH) con:
Martino Lombezzi, fotografo, e Jorie Horsthuis, giornalista, autori del progetto
partecipano:
Stefano Bianchini, UNIBO SPS
Rafael Lozano Miralles, UNIBO DIT
Francesco Privitera, UNIBO SPS
Martedì 20 novembre 2018, ore 11.00 (aula 10 TH)
incontro con:
Peter McCloskey, ex procuratore ICTY
Jelena Dobricic, interprete
ICTY/IRMCT
modera Mariachiara Russo, UNIBO DIT
La mostra si potrà visitare dal:
19 – 30 novembre 2018
Forlì Campus, Teaching Hub, Viale Corridoni 20, Forlì
Lunedì – venerdì 09.00 – 21.00 - ingresso gratuito
GLI AUTORI
Martino Lombezzi (1977, Genova) è un fotografo italiano. Sviluppa progetti sulla memoria, il territorio, l'identità. Ha lavorato nei Balcani e in Medio Oriente. Collabora regolarmente con riviste italiane e internazionali.
www.martinolombezzi.it
Jorie Horsthuis (1981, Amsterdam) è una giornalista e ricercatrice olandese. Ha ottenuto il master nel 2007 presso l'Università di Amsterdam con una tesi sui serbi che vivono in Kosovo. Da allora collabora con diversi giornali e riviste, come De Groene Amsterdammer, NRC Handelsblad, Trouw e Het Parool. Per le sue ricerche ha viaggiato nei Balcani molte volte.
LA MOSTRA
Promossa da: Rafael Lozano Miralles - Dipartimento di Interpretazione e Traduzione (UNIBO)
Curata da: Daria Scolamacchia
Designer: Marcello Piccinini
Produzione: Festival della Diplomazia, con il supporto dell’Ambasciata dei Paesi Bassi in Italia e di SERINAR